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Rapimento di padre P. Saad Sirop Hanna, prete cattolico caldeo ex-alunno dell’Urbaniana, avvenuto a Bagdad il 15 agosto scorso
Padre P. Saad Sirop Hanna è stato rapito presso la chiesa di San Giacomo, nel quartiere meridionale di Dora, dopo la celebrazione della messa dell’Assunzione. E’ stato fermato nell’auto sulla quale viaggiava, e rapito da un gruppo di sconosciuti.
La notizia è stata confermata da Mons. Philippe Najem, procuratore del Patriarcato di Babilonia dei Caldei presso la Santa Sede. Mons. Najem precisa che il sacerdote rapito è un giovane prete impegnato per i suoi parrocchiani e per il suo Paese, che deve proseguire i suoi studi a Roma.
Il patriarca Emmanuel III Delly ha potuto incontrare il Primo ministro iracheno e le autorità si stanno mobilitando per risolvere la situazione ed arrivare alla liberazione del sacerdote il più presto possibile. Egli sottolinea che si parla poco delle sofferenze dei cattolici in Iraq: “La Chiesa cattolica soffre tanto e quotidianamente, come tutto il resto del popolo iracheno che soffre anche della mancanza di mezzi indispensabili per vivere: mancano acqua, elettricità, ospedali, servizi sanitari, e, soprattutto, manca la sicurezza. Oggi l’iracheno non è più considerato come un essere umano: tutti vivono una situazione molto difficile”.
Il Rettore e tutta la comunità accademica esprime la propria preoccupazione per il padre Saad e prega per un suo rapido rilascio.
Rapimento di padre P. Saad Sirop Hanna, prete cattolico caldeo ex-alunno dell’Urbaniana, avvenuto a Bagdad il 15 agosto scorso
Padre P. Saad Sirop Hanna è stato rapito presso la chiesa di San Giacomo, nel quartiere meridionale di Dora, dopo la celebrazione della messa dell’Assunzione. E’ stato fermato nell’auto sulla quale viaggiava, e rapito da un gruppo di sconosciuti.
La notizia è stata confermata da Mons. Philippe Najem, procuratore del Patriarcato di Babilonia dei Caldei presso la Santa Sede. Mons. Najem precisa che il sacerdote rapito è un giovane prete impegnato per i suoi parrocchiani e per il suo Paese, che deve proseguire i suoi studi a Roma.
Il patriarca Emmanuel III Delly ha potuto incontrare il Primo ministro iracheno e le autorità si stanno mobilitando per risolvere la situazione ed arrivare alla liberazione del sacerdote il più presto possibile. Egli sottolinea che si parla poco delle sofferenze dei cattolici in Iraq: “La Chiesa cattolica soffre tanto e quotidianamente, come tutto il resto del popolo iracheno che soffre anche della mancanza di mezzi indispensabili per vivere: mancano acqua, elettricità, ospedali, servizi sanitari, e, soprattutto, manca la sicurezza. Oggi l’iracheno non è più considerato come un essere umano: tutti vivono una situazione molto difficile”.
Il Rettore e tutta la comunità accademica esprime la propria preoccupazione per il padre Saad e prega per un suo rapido rilascio.
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